Quello che ci rende fieri, è poter dire a testa alta che, nel A.C. Porto Torres Scuola Calcio, ogni ragazzo ha la possibilità di esprimersi, sia esso più o meno dotato calcisticamente, anche sè la parola dotato si attribuisce a scenari ben diversi da certe categorie.Il divertimento, la semplicità, il saper ascoltare, la non ricerca del risultato a tutti i costi, da la possibilità ad ogni ragazzo di maturare, di crescere in un ambiente sano, dove il primo obiettivo è far si che il bagaglio tecnico, di ogni ragazzo, venga arricchito sempre più. La vittoria o la sconfitta, per chi crede nella SCUOLA CALCIO, sono solo fattori numerici, nessuno si ricorderà di un campionato vinto nell'età adolescenziale, ma certamente si ricorderanno di quei giovani che, hanno nel proprio bagaglio calcistico, una educazione sportiva spiccata è che il sapersi riprendere dalle sconfitte da la possibilità di crescere nelle difficoltà che la vita futura li aspetta.
Per i non addetti ai lavori parlare del metodo induttivo/deduttivo potrà sembrare cosa strana, ma è ciò che noi della Scuola Calcio A.C. Porto Torres proponiamo ai nostri ragazzi. Vedo, analizzo, trovo la soluzione.
Si prenda ad esempio due frasi del decalogo di Di Bartolomei, il primo e il decimo (è scritto a sinistra del blog). Mi scuseranno i due maestri del calcio che dicevano...
Diceva H. Herrera:
"Giocando
individualmente, giochi per l'avversario; giocando collettivamente, giochi per
te. Il calcio moderno è velocità. Gioca veloce, corri velocemente, pensa
velocemente, marca e smarcati velocemente".
Per V. Lobanovsky il
calcio è fatto
innanzitutto di preparazione atletica spinta al massimo e
appiattimento delle divisioni di ruolo. Spiega il colonnello: «Una volta
iniziata la partita, bisogna adattarsi a quello che succede e quanto più si è
veloci a mettere in pratica questa duttilità, tanto più se ne gioverà il
risultato della squadra. Abolire i ruoli fissi e i giocatori specializzati:
questo è il calcio moderno. Non è più possibile parlare di difensori,
attaccanti, centrocampisti, tornanti. Al loro posto cerchiamo di creare
giocatori "universali" in grado di esprimersi in ogni parte del campo, in ogni
posizione e situazione tattica, in ogni ruolo. E chiaro che ci sarà sempre chi è
maggiorente portato ad attaccare e chi, al contrario, preferisce difendere:
l'importante è che nessuno sappia "solo" attaccare o "solo" difendere. Il calcio
può evolversi solo attraverso questo tipo dì giocatori». Per lui, ci sono solo
due categorie: i difendenti e gli aggressori, e i due vasi tattici devono essere
il più possibile comunicanti.
Sempre per un sano e costruttivo confronto.